mercoledì 6 ottobre 2010

L'agonia del ciclismo


In questi ultimi giorni il ciclismo ha regalato tante emozioni coi Mondiali di Melbourne, eppure gran parte dell'attenzione dei media e degli addetti ai lavori si è concentrata sul presunto uso di sostanze dopanti da parte di Alberto Contador. Che non è il primo e non sarà l'ultimo, ma è l'ennesimo caso di ciclista che vince(molto probabilmente) barando. Partendo quindi dall'assunto che "tutti i ciclisti sono dopati", pare quasi ovvia la proposta di Ettore Torri, capo della procura antidoping del Coni, che ha dichiarato di essere favorevole alla legalizzazione del doping. Chiaramente la condizione è che le sostanze non danneggino la salute dei ciclisti stessi. Sembrerebbe quasi una proposta seria e non ci sarebbe nulla di cui meravigliarsi se davvero passasse e diventasse realtà. Il punto, però, è che se anche si legalizzassero le sostanze dopanti "buone", ci sarà sempre qualcuno che vorrà vincere a tutti i costi e per farlo non esiterà ad utilizzare quelle "cattive". Allora, la proposta forse dovrebbe essere più drastica, visto anche che le attuali norme (seppur più severe rispetto a qualche anno fa) pare non intimoriscano abbastanza. La mia personale idea, invece, sarebbe di bloccare non solo i corridori, ma l'intero circo. Per un ciclista squalificato ci sarà sempre un altro pronto a prenderne il posto e a commettere gli stessi errori. Pensate, invece, a cosa vorrebbe dire bloccare il Giro d'Italia, il Tour de France, il Mondiale e tutte le altre gare per un anno o più. I danni economici sarebbero notevoli, è chiaro, ma forse solo una misura così dura potrebbe risolvere questa brutta piaga.

Nessun commento:

Posta un commento